lunedì 3 dicembre 2007

"Il Divino e l'Umano"

Una raccolta di quattro racconti di Lev Nikolaevic Tolstoj(per i più,lo stesso che scrisse "Guerra e Pace"). Il primo è intitolato "Tre Morti",il secondo "Idillio",il terzo "Il Diavolo" e l'ultimo "Il Divino e l'Umano". Questo insieme di opere percorre un'arco di circa cinquat'anni di evoluzione dell'autore. Più nello specifico queste raccolte rappresentano il Tolstoj pagano e il Tolstoj asceta. Ed è chiaro leggendo questi racconti come la sua visione del mondo e,sopratutto,del sesso cambi. E' interessante vedere la contrapposizione che c'è tra "Idillio",dove l'adulterio viene trattato in maniera molto superficiale,semplice e senza tanta moralità a "Il Diavolo",dove lo stesso argomento,anche se con qualche variante,viene trattato in maniera più profonda e religiosa(in modo non esplicito). La metamorfosi di metodo sarà palese anche al lettore meno attento,e darà molti spunti di riflessione al più accurato.
Ne "Idilio",considerato da molti un vero e proprio capolavoro(anche dal punto di vista storico) per la descrizione molto accurata della vita contadina dell'epoca,Tolstoj tratta l'argomento dell'adulterio in modo semplice e "naturale"(inteso anche come desiderio) quasi a riprendere quella semplicità e quel legame con la natura che riserva la vita contadina. Ne "Il Diavolo" invece viene descritta la vita di una persona,che pur con qualche difficoltà,riesce a vivere agiatamente e il peccato dell'adulterio viene trattato in maniera molto profonda e complessa. Lo si tratta come un peccato generato solamente dal superficiale desiderio di "accoppiarsi",e il protagonista si giustifica con la sua coscienza cercando di convincersi che lo fa per la sua salute e che il tutto è perfettamente "naturale".
Gli altri due racconti,"Tre Morti" e "Il Divino e l'Umano",sono proprio agli antipodi ed è quindi difficile paragonarli perchè sembrano scritti da due autori diversi. Nel primo si fa un riferimento esplicito alla natura,e come ogni cosa torni ad essa. Vengono descritte 3 morti appunto: quella di un vecchio, quella di una donna benestante e quella di un'albero. E' interessante notare come Tolstoj fa affrontare in modo diverso la morte dal vecchio e dalla donna. Il primo,ormai rassegnato,forse anche contento,non ha più nessuna voglia di vivere e il suo unico desiderio è quello di avere qualcuno che gli compri una lapide quando sarà morto. La seconda invece,attaccata alla vita,non può sopportare l'idea di andarsene prematuramente e fa di tutto per rimanere in vita. La terza morte infine è di un'albero,e si ricondurrà alla prima. Nell'ultimo racconto viene raccontanto come un condannato a morte,non credente,dopo aver ricevuto in regalo un vangelo ne legge dei versi e,capendoli,credendoci,trova la fede e la serenità nonostante l'imminente esecuzione. E qui ci viene forse detto quanto,secondo Tolstoj,sia forte la parola di "Dio", ci viene descritto come la fede possa aiutare un uomo anche nei momenti peggiori. Ed è palese,in questo racconto,l'ormai avvenuta conversione dell'autore.
In sostanza una lettura molto piacevole,a tratti rilassante e divertente,ma che non manca assolutamente di riflessioni molto profonde e spunti interessanti.