giovedì 24 gennaio 2008

"Metropolis"



Fritz Lang nel 1927 concepisce uno dei capolavori del cinema muto : "Metropolis" . Ne esistono,sicuramente,almeno due edizioni.Una con la colonna sonora originale ed una con la colonna sonora rifatta dai Queen. Trovare la prima di queste due è stato arduo,oltretutto l'edizione che ho trovato ha i cartelli in tedesco e i sottotitoli solo in inglese. L'inglese lo mastico abbastanza bene e non è stato difficoltoso capire ciò che c'era scritto. Non so di preciso quanto duri il film,ma più o meno siamo sulle tre ore,tre ore e trenta primi. Inizialmente ero un po perplesso,non sapevo se avrei resitito cosi tanto e sopratutto se sarei riuscito a mantenere alta l'attenzione per capire bene ciò che stava succedendo e per non perdermi pezzi importanti della pellicola. Quindi dopo una preparazione psicologica schiaccio "PLAY" e spenta la luce attendo inconsapevole ciò che sarà.
Qualche titolo,i classici colori grigiastri un po sbiaditi e un sottofondo musicale degno di nota,eseguito,credo,da un'intera orchestra,mi danno il benvenuto. Rimango subito piacevolmente stupito dalla qualità dell'immagine,il lavoro di digitalizzazione è stato davvero ottimo,e le musiche sono straordinarie. A dispetto di quello che si possa pensare gli effetti speciali sono curati nei minimi particolari. Per alcune scene sono stati utilizzati dei modellini e per altre,invcece,il fondale è stato dipindo con incredibile precisione di prospettiva.
Lo stile di recitazione è molto diverso da quello che siamo abituati a vedere nei film moderni,assomiglia di più a quello del teatro e a me è sembrato più espressivo.
Non voglio raccontarvi la trama,vi dico solamente che il film tratta delle disparità classiste che rimane ancora oggi un tema di grande attualità. Tuttavia il finale del film è stato "ripudiato" da Lang che avrebbe voluto qualcosa di differente(Il finale non è stato scritto da Lang ma da von Harbou). Come già detto all'inizio questo film è un capolavoro della fantascienza ed ha ispirato film come Blade Runner e Guerre Stellari(indovinate voi a chi assomiglia l'androide Maria).
Concludendo,penso che questo film meriti di essere visto non solo dagli appasionati del genere perchè,sostanzialmente,la fantascienza è un condimento per un piatto più prelibato.

lunedì 3 dicembre 2007

"Il Divino e l'Umano"

Una raccolta di quattro racconti di Lev Nikolaevic Tolstoj(per i più,lo stesso che scrisse "Guerra e Pace"). Il primo è intitolato "Tre Morti",il secondo "Idillio",il terzo "Il Diavolo" e l'ultimo "Il Divino e l'Umano". Questo insieme di opere percorre un'arco di circa cinquat'anni di evoluzione dell'autore. Più nello specifico queste raccolte rappresentano il Tolstoj pagano e il Tolstoj asceta. Ed è chiaro leggendo questi racconti come la sua visione del mondo e,sopratutto,del sesso cambi. E' interessante vedere la contrapposizione che c'è tra "Idillio",dove l'adulterio viene trattato in maniera molto superficiale,semplice e senza tanta moralità a "Il Diavolo",dove lo stesso argomento,anche se con qualche variante,viene trattato in maniera più profonda e religiosa(in modo non esplicito). La metamorfosi di metodo sarà palese anche al lettore meno attento,e darà molti spunti di riflessione al più accurato.
Ne "Idilio",considerato da molti un vero e proprio capolavoro(anche dal punto di vista storico) per la descrizione molto accurata della vita contadina dell'epoca,Tolstoj tratta l'argomento dell'adulterio in modo semplice e "naturale"(inteso anche come desiderio) quasi a riprendere quella semplicità e quel legame con la natura che riserva la vita contadina. Ne "Il Diavolo" invece viene descritta la vita di una persona,che pur con qualche difficoltà,riesce a vivere agiatamente e il peccato dell'adulterio viene trattato in maniera molto profonda e complessa. Lo si tratta come un peccato generato solamente dal superficiale desiderio di "accoppiarsi",e il protagonista si giustifica con la sua coscienza cercando di convincersi che lo fa per la sua salute e che il tutto è perfettamente "naturale".
Gli altri due racconti,"Tre Morti" e "Il Divino e l'Umano",sono proprio agli antipodi ed è quindi difficile paragonarli perchè sembrano scritti da due autori diversi. Nel primo si fa un riferimento esplicito alla natura,e come ogni cosa torni ad essa. Vengono descritte 3 morti appunto: quella di un vecchio, quella di una donna benestante e quella di un'albero. E' interessante notare come Tolstoj fa affrontare in modo diverso la morte dal vecchio e dalla donna. Il primo,ormai rassegnato,forse anche contento,non ha più nessuna voglia di vivere e il suo unico desiderio è quello di avere qualcuno che gli compri una lapide quando sarà morto. La seconda invece,attaccata alla vita,non può sopportare l'idea di andarsene prematuramente e fa di tutto per rimanere in vita. La terza morte infine è di un'albero,e si ricondurrà alla prima. Nell'ultimo racconto viene raccontanto come un condannato a morte,non credente,dopo aver ricevuto in regalo un vangelo ne legge dei versi e,capendoli,credendoci,trova la fede e la serenità nonostante l'imminente esecuzione. E qui ci viene forse detto quanto,secondo Tolstoj,sia forte la parola di "Dio", ci viene descritto come la fede possa aiutare un uomo anche nei momenti peggiori. Ed è palese,in questo racconto,l'ormai avvenuta conversione dell'autore.
In sostanza una lettura molto piacevole,a tratti rilassante e divertente,ma che non manca assolutamente di riflessioni molto profonde e spunti interessanti.

mercoledì 28 novembre 2007

"Again Part II" il video!

Ecco il mio primo video realizzato con una digitale presa in prestito da un amico.
Il filmato è un video-clip per la canzone "Again Part II" del mio amico Luca(il protagonista),del quale vi invito a visitare la pagina virb per ascoltare altre sue canzoni.Il tutto è iniziato un po per gioco,per realizzare qualcosa di diverso dal solito e il risultato,secondo noi,è stato soddisfacente.Premesso che non sono un regista e che non avevo mai tenuto in mano una digitale fino a pochi giorni fa,siamo scesi in strada e abbiamo iniziato a riprendere con una sola idea : fare del video un concentrato di desolazione e tristezza.Abbiamo c'entrato il nostro obiettivo?Noi pensiamo di si,e speriamo di potervi trasmettere qualche emozione.
Per passare alle cose un po più "tecniche" posso dire che gli elementi all'interno del video hanno un loro significato,e gli eventi si concatenano tra di loro formando un brevissimo racconto che terminerà lasciando nello spettatore un dubbio(o almeno spero).Le influenze vanno da David Lynch a Sam Raimi,e si è cercato di fare del contenuto il punto di forza.Bhe,adesso è ora che il video parli per me,buona visione.

martedì 20 novembre 2007

"Il conte di Cagliostro"

Scritto da Tolstoj Aleksej(per i più:non è lo stesso che scrisse "Guerra e Pace",del quale presto scriverò una mia recensione,Tolstoj è un cognome abbastanza comune in Russia) e pubblicato in ultima stesura nel 1928 è un racconto in controtendenza con gli altri che scriverà poi l'autore russo.Difficile identificare il lavoro in una categoria specifica,risulta quindi difficile nella lettura,secondo me,in quanto può essere interpretato secondo varie chiavi.La storia è banale,alcuni la definiscono "buffonesca",ma io l'ho letto con attenzione,e come accade per certi racconti di Poe,anche questo lavoro di Tolstoj Aleksej mi ha lasciato,una volta terminato,a riflettere.La storia narra di un giovane,alter-ego dell'autore,noterete anche la somiglianza con il nome Aleksej Aleksevic(ora magari non è scritto cosi,ma non ho i caratteri russi),che si invaghisce della donna ritratta in un quadro che trova in soffitta.Rimane cosi giorni interni a fissare il ritratto,immaginandosi come sarebbe quella donna se fosse reale.Ad un tratto della storia,il "conte di Cagliostro",già famoso come guaritore e mago,giunge alla casa dove dimora Aleksej,il quale lo prega di "portare" in vita la donna rappresentata nel dipinto.Inutile dire che le fantasie del protagonista si riveleranno subito errate e maledirà il giorno in cui implorò il conte di compiere quella magia.
Come dicevo all'inzio,ci sono varie chiavi sotto le quali leggerlo.Secondo me è un'ottima metafora di ciò che sarà capitato,almeno una volta,a tutti.Cioè il desiderare qualcosa,fantasticare su come saremo felici dopo e,una volta ottenuto l'oggetto dei desideri,renderci conto immediatamente di quanto sia diverso da come ce lo aspettavamo.Tolstoj in tutto questo ci aggiunge della comicità,a tratti tragica,che rende il tutto leggibile in modo veloce e coinvolgente.Una lettura consigliata per chi ha voglia di rilassarsi,o semplicemente per chi vuole scoprire un lato della letteratura russa sottovalutato.

venerdì 16 novembre 2007

"Il richiamo di Cthulhu"

Questo breve racconto scritto da H.P. Lovecraft apparso sulla rivista "Weird Tales" verso il finire degli anni '20(esattamente nel '28),è stato,a detta di molti e anche a mio parere,il racconto che meglio descrive,seppur molto brevemente(purtroppo),il panorama "lovecraftiano".Ho trovato questo racconto in una raccolta intitolata "I racconti del Necronomicon vol.1".Questo volume contiene alcuni dei racconti scritti da Lovecraft in cui viene nominato il Necronomicon.
Il racconto si svolge in parte nel New England,tanto amato dall'autore nonche sua terra natale,e in parte,sorpresa,in Olanda(se la memoria non mi inganna).La storia è suggestiva e,come spesso accade nelle storie di Lovecraft,il personaggio principale comincia la sua avventura verso l'oscuro mondo dell'occulto a sua insaputa ed in modo indiretto.Più nello specifico il protagonista è un parente di un professore dell'università Miskatonic il quale muore in circostanze misteriose.Da li una serie di eventi porterà il "nostro eroe" a conoscenza di cose "disumane" che metteranno a dura prova la sua sanità mentale.In queste poche pagine il maestro dell'horror concentra alcuni concetti e getta le basi per quello che oggi noi conosciamo come "I miti di Cthulhu" o "Il ciclo di Cthulhu".Più nello specifico,da qui prende forma l'idea di "Grandi Antichi",delle loro progenie dormienti nelle profondità abissali del nostro pianeta che condizionano,con i loro pensieri malsani,la vita della razza umana.
Possiamo dire che la scrittura di Lovecraft è molto semplice,non utilizza molti giri di parole arrivando subito al sodo e inoltre,come in tutti i suoi racconti,la psicologia dei personaggi è descritta in maniera molto marginale.Anche le descrizioni degli "orrori" sono grossolane,ma questa è una scelta di stile in quanto egli sosteneva che l'uomo teme di più quello che non può vedere,ciò a cui non può associare una forma ben definita lasciando cosi all'immaginazione la libertà di creare il "mostro" che più ci spaventa.Concludendo è sicuramente un'ottimo prodotto che NON DEVE mancare nella biblioteca di un'appassionato,ma è una lettura che sconsiglio vivamente a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questo autore.Se volete iniziare a leggere Lovecraft presto posterò la recensione di un libro secondo me ottimo per iniziare.

lunedì 12 novembre 2007

"Dieci piccoli indiani"

Da tempo stavo riflettendo su cosa farne di questo blog.E' un po che non viene aggiornato perchè,per un motivo e per un'altro,sono diventanto "pigro".Pigro perchè ovunque mi guardo vedo solo dello schifo,ogni giorno ci sarebbe da fare una denuncia.Di sicuro se continuassi a parlare esclusivamente di politica,di malaffare,di intrighi di palazzo e di immondizia all'italiana rischierei di scadere nel banale.Qualcuno potrebbe dire: "Non sono mai abbastanza le denuncie,come non è mai abbastanza l'indignazione nei confronti di certi personaggi".Io gli risponderei : "E' vero,potrei scrivere 10 articoli al giorno solo sfogliando i giornali on-line,sentendomi dire 'bravo','condivido','sono d'accordo'...ma non è questo il mio fine.Non cerco consensi,IO non sono un politico,non cerco la denuncia facile o la polemica.Il mio scopo principale,fin dall'inizio,è stato quello di far riflettere i miei pochi,anzi pochissimi,lettori.Non voglio scadere nel banale,o ricalcare altri blog,e probabilmente all'inizio,per inesperienza e nella foga di intraprendere questa bellissima esperienza,posso sicuramente aver peccato in questo senso.Io non sono un giornalista,non sono sulla notizia,come molti blogger che stimo fanno,quindi mi sono limitato sostanzialmente,fino ad adesso,a riprendere notizie e commentarle.Cosi,interrogandomi su cosa fare,le mie 10 idee sono diventate 9,poi 8...e infine me ne è rimasta solo 1."
L'ultima idea è quella di un cambio di direzione,da ora in poi su questo blog non ci sarà solo politica ma recensirò anche dei libri.
Vorrei quindi inaugurare questa nuova rotta recensendo appunto "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie.

La regina del giallo si cimenta in un "giallo al chiuso",tendenzialmente molto impegnativo,con un'abilità e una narrativa avvincenti riuscendo a tenermi incollato al libro per ore intere.La storia si svolge su un'isolotto chiamato "Nigger island" (isola nera) a causa della sua forma somigliante ad una testa di nero.Dieci persone sono invitate in questa isola,sulla quale sorge una villa lussuosissima in passato appartenuta a importanti attori dell'epoca,a trascorrere un periodo di vacanza estiva da una persona che non conoscono.Neanche i dieci invitati si conoscono tra di loro,salvo i domestici,e qui già la Christie ci descrive,senza tanti fronzoli e passando al sodo,in modo realistico i comportamenti degli invitati che si sentono un po tutti estranei e a disagio.Il ritmo della narrativa,passato il periodo introduttivo dove viene descritta la familiarizzazione dei personaggi tra di loro,viene scandito dalle sparizioni e dalle morti.Non viene lasciato molto spazio alle emozioni dei personaggi e ai loro stati d'animo,ma comunque risultano tutti credibili e nessuno sembra essere di secondo piano.Possiamo quasi dire che questa semplicità renderà molto arduo a chi cercherà di capire chi è l'assassino prima della fine del libro il compito.Le descrizioni degli interni della villa e del paesaggio dell'isola non sono,come altri autori ci hanno abituato,giravolte di parole in cui ad ogni riga lo scrittore ci vuole dimostrare la sua superiorità,ma sono concrete e dirette per lasciare spazio alla narrazione.Concludendo è un libro godevolissimo,forse uno dei migliori della Christie,anche per chi non ama il genere.Per gli amanti del giallo invece è sicuramente un "must" che non può deludervi.Buona lettura.

martedì 23 ottobre 2007

Ecco fatto

La sfida è stata titanica(...),se ne sono detti di tutti i colori(...),il presidente della repubblica arriva in ritardo e Prodi mette tutti d'accordo.Finisce cosi la faccenda dell'avocazione dell'indagine a De Magistris.Ma come finirà con gli elettori?Prima di dare la risposta va fatta una precisazione,secondo me doverosa,per chiarire come,dal mio punto di vista,andrebbero viste le cose.Io credo che chi è innocente non deve avere nessuna paura di essere giudicato,sopratutto un ministro,per di più della giustizia,dovrebbe essere il primo che,sapendo la sua coscienza pulita,dovrebbe dare il buon esempio.E invece...fuoco e fiamme pur di togliere un magistrato,scomodo,dal suo lavoro pagato da noi.Per quanto mi riguarda Mastella,allo stato attuale delle cose,è colpevole delle accuse che gli sono state rivolte.A fargli compagnia c'è anche Prodi che non ha mosso un dito,e con il silenzio-assenso di Weltroni(l'uomo nuovo...) il PD ha perso totalmente ogni credibilità.Quindi se domani si andasse alle urne non voterei ne Mastella ne il PD.Spero che in molti abbiano capito il significato del gesto di Mastella.Forse il ministro non se ne rende conto di ciò che ha scatenato nell'opionioe pubblica,spero che se ne renda conto alle prossime elezioni.L'ennesima dimostrazione del malaffare made in Italy,si potrebbe parlare di italian style,mi piacerebbe sapere che cosa pensano i nostri vicini europei di noi,giusto per avere un'idea di quanto in basso possa scendere la considerazione all'estero del nostro paese.Francamente sono molto deluso da tutto il governo,a parte i pochi che si sono pronunciati contro l'avocazione delle indagini,e sinceramente non vedo molta differenza tra le "leggi vergogna"(tra l'altro ancora in vigore...no comment) varate dal governo Berlusconi e la porcata appena fatta.Mi chiedo anche se,giunti a questo punto,esista ancora una giustizia.Mi domando se noi,comuni mortali,dobbiamo vivere sempre tra l'incudine e il martello senza possibilità di scampo.L'unica cosa che possiamo fare è mandarli a casa tutti con dei calci nelle palle,perchè nel culo fanno poco male.A casa tutti,si ricomincia da capo!!!