martedì 20 novembre 2007

"Il conte di Cagliostro"

Scritto da Tolstoj Aleksej(per i più:non è lo stesso che scrisse "Guerra e Pace",del quale presto scriverò una mia recensione,Tolstoj è un cognome abbastanza comune in Russia) e pubblicato in ultima stesura nel 1928 è un racconto in controtendenza con gli altri che scriverà poi l'autore russo.Difficile identificare il lavoro in una categoria specifica,risulta quindi difficile nella lettura,secondo me,in quanto può essere interpretato secondo varie chiavi.La storia è banale,alcuni la definiscono "buffonesca",ma io l'ho letto con attenzione,e come accade per certi racconti di Poe,anche questo lavoro di Tolstoj Aleksej mi ha lasciato,una volta terminato,a riflettere.La storia narra di un giovane,alter-ego dell'autore,noterete anche la somiglianza con il nome Aleksej Aleksevic(ora magari non è scritto cosi,ma non ho i caratteri russi),che si invaghisce della donna ritratta in un quadro che trova in soffitta.Rimane cosi giorni interni a fissare il ritratto,immaginandosi come sarebbe quella donna se fosse reale.Ad un tratto della storia,il "conte di Cagliostro",già famoso come guaritore e mago,giunge alla casa dove dimora Aleksej,il quale lo prega di "portare" in vita la donna rappresentata nel dipinto.Inutile dire che le fantasie del protagonista si riveleranno subito errate e maledirà il giorno in cui implorò il conte di compiere quella magia.
Come dicevo all'inzio,ci sono varie chiavi sotto le quali leggerlo.Secondo me è un'ottima metafora di ciò che sarà capitato,almeno una volta,a tutti.Cioè il desiderare qualcosa,fantasticare su come saremo felici dopo e,una volta ottenuto l'oggetto dei desideri,renderci conto immediatamente di quanto sia diverso da come ce lo aspettavamo.Tolstoj in tutto questo ci aggiunge della comicità,a tratti tragica,che rende il tutto leggibile in modo veloce e coinvolgente.Una lettura consigliata per chi ha voglia di rilassarsi,o semplicemente per chi vuole scoprire un lato della letteratura russa sottovalutato.

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