mercoledì 28 novembre 2007

"Again Part II" il video!

Ecco il mio primo video realizzato con una digitale presa in prestito da un amico.
Il filmato è un video-clip per la canzone "Again Part II" del mio amico Luca(il protagonista),del quale vi invito a visitare la pagina virb per ascoltare altre sue canzoni.Il tutto è iniziato un po per gioco,per realizzare qualcosa di diverso dal solito e il risultato,secondo noi,è stato soddisfacente.Premesso che non sono un regista e che non avevo mai tenuto in mano una digitale fino a pochi giorni fa,siamo scesi in strada e abbiamo iniziato a riprendere con una sola idea : fare del video un concentrato di desolazione e tristezza.Abbiamo c'entrato il nostro obiettivo?Noi pensiamo di si,e speriamo di potervi trasmettere qualche emozione.
Per passare alle cose un po più "tecniche" posso dire che gli elementi all'interno del video hanno un loro significato,e gli eventi si concatenano tra di loro formando un brevissimo racconto che terminerà lasciando nello spettatore un dubbio(o almeno spero).Le influenze vanno da David Lynch a Sam Raimi,e si è cercato di fare del contenuto il punto di forza.Bhe,adesso è ora che il video parli per me,buona visione.

martedì 20 novembre 2007

"Il conte di Cagliostro"

Scritto da Tolstoj Aleksej(per i più:non è lo stesso che scrisse "Guerra e Pace",del quale presto scriverò una mia recensione,Tolstoj è un cognome abbastanza comune in Russia) e pubblicato in ultima stesura nel 1928 è un racconto in controtendenza con gli altri che scriverà poi l'autore russo.Difficile identificare il lavoro in una categoria specifica,risulta quindi difficile nella lettura,secondo me,in quanto può essere interpretato secondo varie chiavi.La storia è banale,alcuni la definiscono "buffonesca",ma io l'ho letto con attenzione,e come accade per certi racconti di Poe,anche questo lavoro di Tolstoj Aleksej mi ha lasciato,una volta terminato,a riflettere.La storia narra di un giovane,alter-ego dell'autore,noterete anche la somiglianza con il nome Aleksej Aleksevic(ora magari non è scritto cosi,ma non ho i caratteri russi),che si invaghisce della donna ritratta in un quadro che trova in soffitta.Rimane cosi giorni interni a fissare il ritratto,immaginandosi come sarebbe quella donna se fosse reale.Ad un tratto della storia,il "conte di Cagliostro",già famoso come guaritore e mago,giunge alla casa dove dimora Aleksej,il quale lo prega di "portare" in vita la donna rappresentata nel dipinto.Inutile dire che le fantasie del protagonista si riveleranno subito errate e maledirà il giorno in cui implorò il conte di compiere quella magia.
Come dicevo all'inzio,ci sono varie chiavi sotto le quali leggerlo.Secondo me è un'ottima metafora di ciò che sarà capitato,almeno una volta,a tutti.Cioè il desiderare qualcosa,fantasticare su come saremo felici dopo e,una volta ottenuto l'oggetto dei desideri,renderci conto immediatamente di quanto sia diverso da come ce lo aspettavamo.Tolstoj in tutto questo ci aggiunge della comicità,a tratti tragica,che rende il tutto leggibile in modo veloce e coinvolgente.Una lettura consigliata per chi ha voglia di rilassarsi,o semplicemente per chi vuole scoprire un lato della letteratura russa sottovalutato.

venerdì 16 novembre 2007

"Il richiamo di Cthulhu"

Questo breve racconto scritto da H.P. Lovecraft apparso sulla rivista "Weird Tales" verso il finire degli anni '20(esattamente nel '28),è stato,a detta di molti e anche a mio parere,il racconto che meglio descrive,seppur molto brevemente(purtroppo),il panorama "lovecraftiano".Ho trovato questo racconto in una raccolta intitolata "I racconti del Necronomicon vol.1".Questo volume contiene alcuni dei racconti scritti da Lovecraft in cui viene nominato il Necronomicon.
Il racconto si svolge in parte nel New England,tanto amato dall'autore nonche sua terra natale,e in parte,sorpresa,in Olanda(se la memoria non mi inganna).La storia è suggestiva e,come spesso accade nelle storie di Lovecraft,il personaggio principale comincia la sua avventura verso l'oscuro mondo dell'occulto a sua insaputa ed in modo indiretto.Più nello specifico il protagonista è un parente di un professore dell'università Miskatonic il quale muore in circostanze misteriose.Da li una serie di eventi porterà il "nostro eroe" a conoscenza di cose "disumane" che metteranno a dura prova la sua sanità mentale.In queste poche pagine il maestro dell'horror concentra alcuni concetti e getta le basi per quello che oggi noi conosciamo come "I miti di Cthulhu" o "Il ciclo di Cthulhu".Più nello specifico,da qui prende forma l'idea di "Grandi Antichi",delle loro progenie dormienti nelle profondità abissali del nostro pianeta che condizionano,con i loro pensieri malsani,la vita della razza umana.
Possiamo dire che la scrittura di Lovecraft è molto semplice,non utilizza molti giri di parole arrivando subito al sodo e inoltre,come in tutti i suoi racconti,la psicologia dei personaggi è descritta in maniera molto marginale.Anche le descrizioni degli "orrori" sono grossolane,ma questa è una scelta di stile in quanto egli sosteneva che l'uomo teme di più quello che non può vedere,ciò a cui non può associare una forma ben definita lasciando cosi all'immaginazione la libertà di creare il "mostro" che più ci spaventa.Concludendo è sicuramente un'ottimo prodotto che NON DEVE mancare nella biblioteca di un'appassionato,ma è una lettura che sconsiglio vivamente a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questo autore.Se volete iniziare a leggere Lovecraft presto posterò la recensione di un libro secondo me ottimo per iniziare.

lunedì 12 novembre 2007

"Dieci piccoli indiani"

Da tempo stavo riflettendo su cosa farne di questo blog.E' un po che non viene aggiornato perchè,per un motivo e per un'altro,sono diventanto "pigro".Pigro perchè ovunque mi guardo vedo solo dello schifo,ogni giorno ci sarebbe da fare una denuncia.Di sicuro se continuassi a parlare esclusivamente di politica,di malaffare,di intrighi di palazzo e di immondizia all'italiana rischierei di scadere nel banale.Qualcuno potrebbe dire: "Non sono mai abbastanza le denuncie,come non è mai abbastanza l'indignazione nei confronti di certi personaggi".Io gli risponderei : "E' vero,potrei scrivere 10 articoli al giorno solo sfogliando i giornali on-line,sentendomi dire 'bravo','condivido','sono d'accordo'...ma non è questo il mio fine.Non cerco consensi,IO non sono un politico,non cerco la denuncia facile o la polemica.Il mio scopo principale,fin dall'inizio,è stato quello di far riflettere i miei pochi,anzi pochissimi,lettori.Non voglio scadere nel banale,o ricalcare altri blog,e probabilmente all'inizio,per inesperienza e nella foga di intraprendere questa bellissima esperienza,posso sicuramente aver peccato in questo senso.Io non sono un giornalista,non sono sulla notizia,come molti blogger che stimo fanno,quindi mi sono limitato sostanzialmente,fino ad adesso,a riprendere notizie e commentarle.Cosi,interrogandomi su cosa fare,le mie 10 idee sono diventate 9,poi 8...e infine me ne è rimasta solo 1."
L'ultima idea è quella di un cambio di direzione,da ora in poi su questo blog non ci sarà solo politica ma recensirò anche dei libri.
Vorrei quindi inaugurare questa nuova rotta recensendo appunto "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie.

La regina del giallo si cimenta in un "giallo al chiuso",tendenzialmente molto impegnativo,con un'abilità e una narrativa avvincenti riuscendo a tenermi incollato al libro per ore intere.La storia si svolge su un'isolotto chiamato "Nigger island" (isola nera) a causa della sua forma somigliante ad una testa di nero.Dieci persone sono invitate in questa isola,sulla quale sorge una villa lussuosissima in passato appartenuta a importanti attori dell'epoca,a trascorrere un periodo di vacanza estiva da una persona che non conoscono.Neanche i dieci invitati si conoscono tra di loro,salvo i domestici,e qui già la Christie ci descrive,senza tanti fronzoli e passando al sodo,in modo realistico i comportamenti degli invitati che si sentono un po tutti estranei e a disagio.Il ritmo della narrativa,passato il periodo introduttivo dove viene descritta la familiarizzazione dei personaggi tra di loro,viene scandito dalle sparizioni e dalle morti.Non viene lasciato molto spazio alle emozioni dei personaggi e ai loro stati d'animo,ma comunque risultano tutti credibili e nessuno sembra essere di secondo piano.Possiamo quasi dire che questa semplicità renderà molto arduo a chi cercherà di capire chi è l'assassino prima della fine del libro il compito.Le descrizioni degli interni della villa e del paesaggio dell'isola non sono,come altri autori ci hanno abituato,giravolte di parole in cui ad ogni riga lo scrittore ci vuole dimostrare la sua superiorità,ma sono concrete e dirette per lasciare spazio alla narrazione.Concludendo è un libro godevolissimo,forse uno dei migliori della Christie,anche per chi non ama il genere.Per gli amanti del giallo invece è sicuramente un "must" che non può deludervi.Buona lettura.